Il fiore di Loto

Il fiore di loto, appartenente al genere botanico 'Nelumbo Nucifera', è una delle piante acquatiche più belle. Nella tradizione indiana, questo splendido fiore, amato ed onorato dagli uomini, è ritenuto sacro. 
Il loto è sinonimo di bellezza, di prosperità e di fertilità e si dice che il cuore di ogni essere umano racchiuda in sé lo spirito del sacro loto.
Esso rappresenta l’eternità, la purezza e il divino, simboleggia la vita, la rigenerazione e la bellezza femminile, gli occhi in particolare.
Una delle analogie metafisiche più ricorrenti paragona la perenne crescita del loto, che innalza la sua immacolata bellezza al di sopra del fango, al processo evolutivo della coscienza umana, che attraverso il dominio delle passioni giunge alla totale liberazione dello spirito. 
Nella 'Bhagavad Gita', l'uomo viene esortato ad essere come il loto, a compiere il proprio dovere allontanando da sé ogni sentimento di attaccamento, a dedicare ogni sua azione a Dio, a preservarsi dal peccato rimanendo puro come l’acqua su una foglia di loto. 
Nell’Hata Yoga, la posizione del loto, detta 'padmasana', viene adottata da chi vuole raggiungere i più elevati stati di coscienza. 
Il 'chakra della corona', il centro di energia sottile situato nella parte superiore della testa, viene anche chiamato ‘il loto dai mille petali’ e simboleggia la rivelazione finale.
La meditazione incentrata sul loto genera armonia in ogni aspetto del nostro essere. 
Come essenza profumata, l’estratto del fiore di loto è detto ‘elisir dello spirito’; aiuta nella meditazione placando la mente e favorendo la concentrazione. 
Per i buddisti, il loto simboleggia il più alto livello di coscienza e, in quanto espressione di purezza e di auto generazione, caratterizza le nascite divine. 
Il 'Lalitavistara', il poema sanscrito che narra la vita leggendaria del Buddha, recita che 'lo spirito del migliore degli uomini è senza macchia come il loto appena nato, che l'acqua fangosa non può sporcare’.
Per il Buddhismo Esoterico, il cuore di ogni creatura è paragonabile ad un bocciolo di loto, che si schiuderà quando avrà maturato in sé le virtù del Buddha.
Il fango nel quale si sviluppano le radici del loto rappresenta la vita terrena, mentre l'acqua che lo stelo attraversa nel corso della sua crescita simboleggia il mondo astrale.
La pianta che raggiunge la superficie dell'acqua e schiude al sole i suoi boccioli rappresenta la vita spirituale.
Nel Tantrismo, il loto è il simbolo del principio femminile. 
Pochi fiori hanno avuto tanto rilievo nella storia e nel simbolismo quanto il loto. 
Sia la religione induista che quella buddista hanno accumulato un patrimonio di incantevoli leggende su questo fiore.
Nell’induismo, il loto rappresenta il centro dell'universo. 
La leggenda narra che dall'ombelico del dio Vishnu sbocciò un fiore di loto al centro del quale sedeva il dio Brahma. Ciascuna delle divinità della triade Brahmanica, Brahma (il creatore), Vishnu (il protettore) e Shiva (il trasformatore) sono associati a questa pianta.
La dea Lakshmi, dea della fortuna e della prosperità e personificazione della bellezza femminile, viene raffigurata seduta su un fiore di loto rosa in piena fioritura e con un fiore di loto nella mano destra. 
Secondo la leggenda, Lakshmi nacque da un fiore di loto sbocciato sulla fronte del dio Vishnu ed ancora oggi, nel culto di Lakshmi, viene utilizzata una corona composta da 108 semi di loto. 
Durga, la dea della potenza, generata dal dio Shiva per combattere i demoni, è adornata da una corona di fiori di loto. Saraswati, dea della saggezza, è associata al loto bianco.
Virtualmente, ogni divinità induista viene solitamente raffigurata seduta su un fiore di loto, sovente con un altro fiore di loto nella mano. Il loto sul quale siedono le divinità, espressione della loro perfezione e purezza, viene denominato 'padmasana' o 'kamalasana'. 
In varie regioni dell'India, i fiori di loto vengono utilizzati nel culto di Lakshmi, di Durga e del dio Shiva. 
L'offerta di fiori di loto alle varie divinità viene rappresentata anche nei tradizionali 'mudras' (gesti delle mani) che caratterizzano i passi introduttivi della 'Bharata Natyam', la danza classica, così come in altre espressioni di danza indiana. 
Storicamente, sono state raccolte non meno di 6.000 anni di testimonianze che associano il loto alla cultura ed alla religione indù. Un profondo significato viene attribuito al loto nella mitologia, nelle narrazioni epiche, nelle sacre scritture e nella letteratura Sanskrita, ed esso rappresenta il motivo prevalente nella scultura, nell'architettura, nella pittura e nelle decorazioni rupestri. 
I semi della varietà Nelumbo Nucifera sono famosi per la loro straordinaria longevità, caratteristica unica tra le piante da fiore, che consente loro di germogliare anche dopo 200 anni. 
Per questo motivo il fiore di loto è considerato simbolo di immortalità e di resurrezione in molte culture. 
Un tempo il loto cresceva anche in Egitto e, sebbene la pianta si sia ormai estinta in quella zona, alcuni semi rinvenuti nella tomba di un faraone hanno germogliato dopo secoli di inattività. 
Gli antichi Egizi consideravano sacri i fiori di loto e li utilizzavano nelle cerimonie religiose e nei funerali. 
Fiori di loto bianco e blu a forma di coppa, sovente raffigurati in mano ai sovrani e alle divinità, rappresentano un elemento ricorrente nell'arte e nell'architettura dell’antico Egitto. 
Il simbolismo del loto era connesso al mito della creazione. Poiché il fiore si apre ogni giorno e si richiude ogni notte, era considerato il simbolo della resurrezione e della vita eterna, che costituivano i temi fondamentali della religione egizia. Il mito della creazione narra che Ra, il dio del sole nato dal caos, apparve per la prima volta innalzandosi dai petali di un fiore di loto. 
Ogni notte, Ra ritornava al fiore e si lasciava nuovamente avvolgere dai suoi petali.
Il loto era il simbolo del regno dell'Alto Egitto, rappresentato anche dalla 'somma corona', la cui forma allungata ricorda un bocciolo di loto bianco.
Si dice che anche Buddha sia nato su una foglia di loto, ed il loto ha accompagnato la diffusione del buddhismo in Tailandia, in Cina e in Giappone.
In Tailandia, il loto è associato alle creature divine e nel buddismo tailandese i fiori di loto vengono da sempre utilizzati per rendere omaggio all'immagine del Buddha.
In Cina, i fiori di loto vengono paragonati alle persone di animo nobile, capaci di mantenere uno spirito sano, sereno e puro pur vivendo in un ambiente corrotto.
Molte delle poesie dedicate a questo fiore narrano di come il loto riesca ad elevarsi dal fango attraverso l'acqua stagnante mantenendo tuttavia intatte le sue doti di purezza, freschezza e bellezza.
Un'altra caratteristica simbolica del fiore di loto è rappresentata dal gambo della pianta, che può essere piegato facilmente ma è molto duro da spezzare, essendo composto da molte fibre saldamente intrecciate. 
I poeti utilizzano questa analogia per descrivere il vincolo indissolubile tra due amanti o tra i membri di una famiglia.
I fiori di loto vengono solitamente distinti in base al colore. 
Il loto bianco simboleggia 'Bodhi', lo stato di assoluta purezza mentale e perfezione spirituale. È il loto del Buddha.
Il loto rosso simboleggia la vera natura del cuore. È il loto dell’amore e della compassione.
Il loto blu è il simbolo della vittoria dello spirito sulle passioni. 
Simboleggia inoltre l’intelligenza, la conoscenza e la perfezione della saggezza.
Il loto rosa è il loto supremo, generalmente riservato alle creature divine. 
Il loto viola è il loto degli asceti. 
Il loto dorato simboleggia il raggiungimento dell’illuminazione. 
Meditare sul fiore di loto risveglia in noi la memoria del miracolo della bellezza, della luce e della vita.